Oggi ci sono molti aggiornamenti interessanti dal fronte di Pokrovsk.
Qui, in una delle offensive più bizzarre della guerra finora, la Russia ha appena lanciato un massiccio assalto meccanizzato nei pressi di Pokrovsk, guidato da 150 motociclette. Dopo che i droni ucraini li hanno sorpresi durante i preparativi, l’operazione è rapidamente crollata, lasciando i campi disseminati di moto in fiamme, blindati distrutti e truppe abbandonate.

L’obiettivo delle forze russe in quest’area è avanzare e mettere in sicurezza l’importante autostrada Pokrovsk-Kostyantynivka, avanzando sul fianco orientale di Pokrovsk. In precedenza, le forze ucraine li avevano respinti dalle posizioni vicino all’autostrada e avevano fatto esplodere una roccaforte chiave all’incrocio stradale che i russi avevano precedentemente occupato. Ora che il tempo sta migliorando, vogliono riconquistarla per continuare l’avanzata.

Per riprendere questo incrocio strategico, i russi stanno conducendo massicci assalti meccanizzati combinati con unità di ricognizione montate su motociclette in prima linea.
Il principale vantaggio delle forze russe in quest’area è il bel tempo, senza pioggia che possa trasformare il terreno in fango, complicando gli attacchi corazzati. Inoltre, l’incrocio e i suoi dintorni si trovano su un’altura, il che significa meno fango nei campi dopo le piogge precedenti, facilitando gli assalti meccanizzati.

Tuttavia, la manovrabilità russa è fortemente limitata da un’estesa rete di fortificazioni ucraine: fossati anticarro si estendono nella zona grigia tra l’incrocio e le possibili vie d’attacco russe. Ciò costringe le unità russe a muoversi lungo una strada prevedibile e imbottigliata, trasformata dagli ucraini in una zona di morte con mine e stretta osservazione da parte di droni, rendendo ogni assalto russo inevitabilmente ad altissime perdite. Inoltre, gli ucraini avevano posizionato anche denti di drago e filo spinato davanti all’incrocio, costringendo le forze russe sopravvissute a fermarsi per distruggere queste barriere, aumentando l’esposizione ai droni FPV ucraini e al fuoco delle postazioni vicine.

Le forze russe hanno lanciato il loro assalto con 150 fanti montati su motociclette, puntando a sfruttare la velocità e la manovrabilità per aggirare le fortificazioni ucraine. Il telaio stretto e il peso leggero delle moto permettono loro di passare attraverso i varchi e di non attivare le mine anticarro, tarate per veicoli più pesanti. Questa tattica riduce le perdite iniziali tra la fanteria e obbliga gli ucraini a ingaggiare ogni motociclista singolarmente con droni FPV, aumentando il rischio che alcuni riescano a sfondare.

I sopravvissuti avrebbero poi potuto assicurare posizioni avanzate, esplorare le difese ucraine e smantellare ostacoli come filo spinato e denti di drago, aprendo la strada a BMP e carri armati russi in arrivo.

Tuttavia, la ricognizione con droni ucraini ha già individuato le unità motociclistiche russe mentre si preparavano ad attaccare, permettendo agli ucraini di riempire il cielo con droni kamikaze FPV. Colpendo per primi, gli ucraini sono riusciti a eliminarne diversi per volta, uccidendo oltre due terzi dei motociclisti in pochi minuti. Questo ha probabilmente causato un collasso nelle comunicazioni con la componente di fanteria, impedendo loro di segnalare il fallimento dell’assalto.


Credendo che l’assalto fosse riuscito, i comandanti russi hanno inviato un battaglione di BMP per rinforzare le posizioni che non esistevano, solo per vedere i veicoli distrutti da mine anticarro, droni FPV e fuoco d’artiglieria concentrato sulla strada. Questa operazione fallita ha portato alla perdita di 21 BMP russi nel giro di poche ore. Includendo anche il fallito attacco in moto, i russi hanno perso 96 motociclette e oltre 240 soldati tra morti e feriti, mentre solo circa un terzo è sopravvissuto all’assalto.


Nel complesso, i russi hanno tentato di riconquistare un incrocio autostradale utilizzando oltre 150 motociclette e decine di veicoli corazzati. Tuttavia, la scarsa coordinazione e comunicazione ha portato alla sconfitta, con i sopravvissuti dispersi nei campi, e nonostante le pesanti perdite, non sono riusciti a guadagnare terreno né a raggiungere l’obiettivo.

I sopravvissuti saranno probabilmente costretti a lanciare assalti “carne da cannone” a causa della loro vicinanza alle linee ucraine e dell’incapacità russa di rifornire i resti dell’assalto, ora bloccati in posizioni avanzate. Tuttavia, senza alcun supporto veicolare o corazzato, questi assalti porteranno probabilmente solo a ulteriori perdite.

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